
Al centro di Project Speed, il nome che ha acceso per la prima volta la visione dietro alla Speedmachine, c’era una convinzione precisa: la vera performance comincia dal ciclista. Già dai primi schizzi, ci siamo posti una domanda diversa: non solo “come rendere la bici più veloce?”, ma piuttosto “come aiutare l’atleta a esprimere al massimo il proprio potenziale?” Questo cambio di prospettiva ha guidato ogni fase del progetto. Sviluppata all’Impec Lab a Grenchen, la Speedmachine è stata interamente realizzata internamente: prototipi, stampi e test bike creati direttamente dal nostro team di ingegneri. Non si è trattato solo di un nuovo modello, ma di un nuovo modo di lavorare e di un nuovo perché. La fiducia genera velocità. La maneggevolezza costruisce fiducia. È diventato il nostro mantra e ci ha portato ad una delle innovazioni più significative nel design per il triathlon: una geometria completamente riprogettata, pensata per offrire una guida fluida e stabile anche nelle condizioni più impegnative, come vento laterale e posizioni aero ad alta velocità. Che si tratti di raffiche improvvise o discese tecniche, la Speedmachine resta composta, così che l’atleta possa restare concentrato.
Rispetto al modello precedente, abbiamo ottenuto miglioramenti sostanziali su tutti i fronti: aerodinamica ottimizzata, peso ridotto, maggiore rigidità. Ogni dettaglio è stato calibrato per esaltare non solo le prestazioni della bici, ma anche potenza, controllo e ritmo del ciclista. Ma la performance non riguarda solo la pedalata. Speedmachine è stata progettata pensando anche alla realtà pratica delle gare: il cockpit è removibile per il trasporto, senza smontare impianto frenante o serie sterzo, semplificando i viaggi e rendendo la manutenzione più intuitiva, perché anche la semplicità conta, quando ogni secondo è prezioso. Speedmachine ha rappresentato un punto di svolta per BMC. Non è stata solo una nuova bici, ma un nuovo approccio. Ha dimostrato che innovare significa andare oltre i limiti attesi e che costruire velocità significa progettare a partire dall’atleta, non solo dall’asfalto.
Speedmachine non è solo ingegneria. È un modo di pensare.